Aldo Tambellini: Black TV
ALDO TAMBELLINI
BLACK TV
(Usa 1968, 10 min., B/N)
In dieci minuti, l’italo-americano Aldo Tambellini distrugge qualsiasi tentativo di percezione umana. In un miscuglio di pellicola e videotape, l’artista realizza un’opera che violenta lo spettatore.
Più che un cortometraggio, Black TV è video-arte che tende all’astrazione. Rigorosamente in bianco e nero, la pellicola di Tambellini propone un susseguirsi d’immagini di televisioni che mostrano avvenimenti statunitensi legati alla violenza: assassinio di Kennedy, Vietnam, brutalità della polizia.
Il contenuto è tanto più violento se anche il medium lo è; anzi, è più violenta la forma del soggetto medesimo. Non è, insomma, solo il contenuto a far riflettere sulla brutalità, ma lo è anche il contenitore. Tambellini, infatti, tormenta lo spettatore sia sul piano visivo sia uditivo. Una successione d’immagini non nitide, poco chiare e di pessima qualità (quelle televisive, per l’appunto) trafiggono il fruitore, impedendogli qualsiasi sguardo passivo. Si è tentati di distogliere lo sguardo. A tale violenza, se ne aggiunge un’altra: le sequenze sono accompagnate da rumori assordanti di televisione non funzionante, mescolate a pessime registrazioni audio degli episodi mostrati sugli schermi dell’opera di Tambellini.
Una riflessione sulla violenza di fronte a determinate immagini è possibile solo se, sembra dirci Tambellini, si è in una situazione di violenza. Allo spettatore si fa del male non per sadismo, ma per fargli cogliere appieno la portata del contenuto e per riscattarsi, successivamente, in una riflessione cosciente.
Di seguito il link al cortometraggio. Buona visione.
Mattia Giannone